Lo strato erbaceo attorno al sentiero in primavera si ricopre di flora nemorale, il bianco e delicato anemone dei boschi (Anemone nemorosa), le gialle primule (Primula vulgaris), la viola Pervinca (Vinca minor) e, poco più tardi, l’acetosella (Oxalis acetosella).
Raggiunto il ponte degli Alpini, si intravedono tratti dell’opera di canalizzazione in pietra molera che portava l’acqua fino alla Tessitura Braghenti, al centro del paese, e al lavatoio di via Varese. Attraversato il ponte, il sentiero costeggia il rio lungo un filare di fusaggine e noccioli fino a raggiungere la Casetta dei Gamberi, ove l’acqua veniva captata e immessa nella canalizzazione e che faceva anche da trappola per il gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes), un tempo abbondante nelle acque del Fugascé. I tanti rovi lungo il percorso, nella tarda estate, sono carichi di more. Guadato il corso del Fugascé, si sale fino alla Fontanella del Cop, una piccola sorgente in cui, per i contadini di un tempo, era abitudine dissetarsi.